Eruannon

Eruannon

sabato 17 dicembre 2011

E' arrivata la Primavera

Nel Regno di Petunia, a differenza del mondo degli umani, non esiste né il mese di Aprile né quello di Maggio, ma un unico periodo chiamato Primavera ovvero età della rinascita.
 
In questo tempo nel Regno di Petunia, la Natura si  risveglia;
il verde sentiero che conduce alla Grande Quercia si riempie di margherite, viole, rossi papaveri e naturalmente petunie di vari colori circondate da piccole erbette  verde chiaro.




Il lago cristallino riflette l'azzurro del cielo primaverile mentre le nuvole sembrano galleggiare sull'acqua appena mossa da un leggero vento.
Ma avviene uno strano fenomeno...alcuni sentieri del regno si riempiono di rigagnoli d'acqua proveniente dal magico lago.



Anche gli uccellini fanno la loro parte, intonano dolcissime melodie che si diffondono tra i sentieri del regno.






Nella dimora della Regina Petunia sono arrivati magnifici cigni bianchi che le faranno compagnia per tutto il periodo primaverile.
Ripartiranno solo all'inizio dell'autunno, cioè a settembre.
Dal canto loro le quattro fate hanno sistemato i loro vestiti invernali in grandi casse dorate e al loro posto hanno indossato abiti leggeri e dai colori vivaci.
Anche Eruannon si prepara alla nuova stagione; per l'occasione ha scelto un abito verde chiaro con piccole petunie colorate perchè in primavera si festeggia la  cara Regina .
Come tutte le sere, al calar della notte , i nostri amici si riuniscono sotto la Grande Quercia e passano la serata raccontando fiabe dedicate alla Primavera e alla cara Petunia ed infine narrano la storia dell'albero più importante del loro regno:
la Grande Quercia.
Ascoltate...


Una volta nel nostro piccolo mondo regnavano due grandi potenze in pace fra loro,  il grande re della dinastia Inverno e la bellissima regina della dinastia Estate.



Queste due potenze erano talmente unite ed in armonia tra loro che un giorno decisero di formare un unico regno unendosi in matrimonio. Dopo un po’ di tempo  la regina Estate era in attesa dell’ unico erede  di quel grande regno. Però dopo nove lunghi mesi ebbero un' inaspettata sorpresa, infatti il figlio non era uno ma ben due: due gemelli, un maschio ed una femmina.
La femmina, figura esile, capelli castani ed occhi vivaci,  era sempre felice e non piangeva mai e quando passava da un sentiero bastava il suo sorriso per far sbocciare  i fiori ed  il suo sguardo faceva spuntar le foglie e  crescere sugli
alberi  la frutta più buona del mondo.




Invece il maschio era triste e lugubre, vestito sempre con abiti marroni o grigi,  quando passeggiava per le vie del regno con la sua eterna tristezza, si formava  ai suoi piedi un enorme tappeto di foglie appassite.




Inoltre i due piccoli avevano  caratteri completamente diversi, tanto diversi che quando raggiunsero la maggiore età, si costruirono due regge separate e bastava un non nulla per litigare, infatti erano sempre in guerra fra loro. Anche il padre e la madre non andavano più d’accordo e fu così che non si amarono più.



Il  dio Sole, alla vista di queste lotte, si arrabbiò molto, così stabilì che avrebbero regnato sulla terra a turno.
La figlia, chiamata Primavera, è quella che regna di meno ma da  sempre la preferita da tutti gli esseri viventi umani e non, perché con la sua allegria ogni anno riporta in vita  la natura che si è addormentata  durante il regno del padre  Inverno.



 

Alla fine del racconto di Naida, la fata Faith intonò una canzoncina…

Se vuoi sentir cantare la primavera,
fanciullo, và nel prato, chiudi gli occhi.



Verranno i grilli al calar della sera:
terran concerto insieme coi ranocchi.
Tra i fili d’erba terranno concerto
in mezzo al prato, sotto il cielo aperto.
Se la primavera vuoi sentire cantare,
ad occhi chiusi resta ad ascoltare.


All’improvviso Faith si fermò e disse -  Guarda Ellet una partita di calcio tra grilli- e continuò  a cantar allegramente…

Giocano al calcio i grilli
e non lasciano tranquilli
i fiori circostanti.
Han scelto, come palla, una mimosa gialla.


Il grillo centro-avanti la passa ad un terzino,
che con il suo zampino
le fa fare un bel volo.
ad un palmo dal suolo.
Compiuto il suo tragitto
la palla poco esperta
finisce a capo fitto
dentro la bocca aperta
del ramarro che dice:
-Goal!- e, tutto felice per l'improvvisa pappa,
ingioa il fiore e scappa...

 




Molto graziosa questa canzone sulla primavera. - disse Ophelia -
Adesso vi racconterò come Petunia è diventata regina del nostro pacifico regno.-
Ascotate...


Tanto tempo fa nel nostro regno  abitava una fatina molto povera di nome Fiore che aveva un grande sogno: diventare una principessa.
Un giorno, mentre raccoglieva della erbe magiche trovò  accanto a lei  un sacchetto, dove vi era impresso con la ceralacca il sigillo del re; lo aprì e vide dei fiori di petunia. Senza indugio lo prese con sé e ritornò subito a casa. Entrata, diede il sacchetto alla madre con molto entusiasmo. Il giorno dopo si seppe che il principe del suo regno aveva perso un misterioso sacchetto.
In paese si raccontava che chiunque lo avesse ritrovato avrebbe avuto poteri magici immensi, primo fra tutti quello di diventare il nuovo re del regno.  Quanto la madre di Fiore venne a sapere del fatto disse alla figlia di  restituire il sacchetto al principe, perché ciò che non si conquista con l’onestà non porta nulla di buono. Fiore, di gran fretta, volò al castello.

Arrivata alla dimora reale, si fece annunciare a sua maestà.
Il principe chiese alla bella fatina come si chiamava.
La fata rispose molto timidamente e consegnò il sacchetto.
Hans, il principe, le disse che per la sua sincerità meritava una ricompensa: un invito   per quella stessa sera al  ballo di corte.
La dolce fatina accettò e ritornò di gran corsa a casa.
Felice, diede la notizia alla madre, ma purtroppo in casa trovò anche il suo patrigno che la rimproverò per quello che aveva fatto: restituire il sacchetto magico al legittimo proprietario.
Devi essere matta- disse il patrigno- proprio come tua madre. Siete solo due povere illuse…L’onestà non porta a nulla, tanto meno alla ricchezza e alla felicità. Adesso prendi le tue cose e va via da questa casa… sciagurata !!!.

La fatina rattristata si incamminò verso un fiumiciattolo dove si recava nei momenti più tristi della sua vita e lì si sedette su un piccolo fungo a pois, piangendo.




Ad un tratto sentì un rumore di zoccoli che si avvicinava verso di lei. Fiore si girò  impaurita e vide su un  bellissimo cavallo bianco un ragazzo. Quest’ultimo scese da cavallo e prese la sua mano.
La fatina riconobbe subito il principe Hans che molto timidamente le confessò il suo amore.

Anche lei aprì il suo cuore al principe e disse che in realtà, fin da quando era piccola, lo amava ma era troppo povera e non poteva mai partecipare alle sue feste. Fiore ed Hans iniziarono a parlare della loro vita seduti in riva al fiume. Arrivò la sera, il principe e la fatina andarono  al castello per il gran ballo.




All’ inizio la fatina  era in imbarazzo perché non aveva abiti adatti;
allora Hans entrò nella stanza della regina madre e prese un vestito che non usava più.

I servi del principe iniziarono a prepararla. Dopo qualche minuto uscì dalla stanza con un vestito verde chiaro ricco di piccole petunie di vari colori e del quale si imbarazzava un po’ perché era troppo elegante. Hans e Fiore iniziarono a danzare e continuarono per ore e ore senza sosta. Quando tutti gli invitati se ne andarono Hans  si inginocchiò davanti a lei e le chiese di sposarlo.
Fiore arrossì e il cuore le batté a mille, non riusciva più a parlare ma fece un cenno di consenso con la testa. Dopo una settimana Fiore e il principe si sposarono, così  la dolce fatina diventò la regina del nostro regno e da quel giorno cambiò nome …Petunia perché senza il ritrovamento di quel misterioso sacchetto contenente petunie non sarebbe mai diventata una regina… .





Questa è la vera storia della nostra regina Petunia, però scommetto che nessuno di voi conosce quella della Grande Quercia- disse con voce altisonante la fata Ophelia.
Io non di certo- rispose Ellet- fin da piccola mia madre mi raccontava questa storia per farmi addormentare.
Sarà per me un onore, raccontarvela...-


Un giorno un anziano contadino camminando per il bosco trovò un piccolo seme, strano all’apparenza perchè illuminato da un raggio di sole.





Lo raccolse e lo portò a casa . L’indomani lo piantò nel suo piccolo orticello dietro lo steccato di legno. Passati pochi giorni  il semino diventò una Quercia bellissima illuminata dal sole.

La quercia cresceva in salute e beltà perchè con il passare delle stagioni a poco a poco su di essa incominciò a cadere un po’ di polvere di stelle. La quercia diventò luminosissima ma purtroppo con il passare degli anni il contadino che l’aveva curata per così tanto tempo, morì.
 L’ albero non avendo più nutrimento, incominciò ad appassire ma fortunatamente dopo alcuni giorni dei bambini provenienti dal villaggio incominciarono a fare girotondi intorno alla “Grande Quercia”. Pensarono di prendersi  cura di lei  e di giocare e divertirsi insieme a lei.




Passarono molti anni e la polvere di stelle che continuava a cadere sera dopo sera  si  trasformò in una moltitudine di fatine che da quel giorno incominciarono a popolare il bosco dove era nata e cresciuta la Grande Quercia e chiamarono quel piccolo regno “ PETUNIA”, regno nato dall’amore dei bambini.

Ecco perché - continuò Ellet- l’amore , l’amicizia, la solidarietà ed il rispetto sono  i valori più importanti  del nostro mondo.






 La nostra storia è giunta al termine.
Eruannon crebbe in salute e bellezza e la sua vita iniziata da mezzo folletto si concluse felicemente.
Ma adesso vi chiederete, chi è il narratore di questa storia fantastica.
Be è facile immaginarlo...sono un ragazzo della stessa età di Eruannon e come lui diversamente abile. Vivo nel mondo degli umani che spesse volte nei confronti dei più deboli  molto " umano" non lo è proprio..
Il mio sogno è quello di ogni essere vivente reale o immaginario che sia: essere accettato per quello che si è, e vivere al massimo la vita.
Mi auguro che il messaggio di questo libro sproni i lettori verso una vera presa di coscienza nei confronti del problema dell'integrazione e li conduca ad un impegno costante e produttivo per una società migliore.
Ricordate che, come disse il grande regista Federico Fellini, un linguaggio diverso è una diversa visione della vita, ed un anonimo aggiunse " ricorda sempre che sei unico , esattamente come tutti gli altri".






P.S.Dimenticavo Eruannon significa "dono di Dio"






C'E' UNA GRANDE NOVITA' !!!




Eruannon, l'elfo diversamente abile
è diventato un libro digitale.
Potete scaricarlo gratuitamente al seguente link:
http://passionelettura.splinder.com/

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