Eruannon

Eruannon

sabato 17 dicembre 2011

Una sera di Dicembre





Anche nel Regno di Petunia è Natale. Come tutte le sere Ellet,  Ophelia, Faith, Naida e l’elfo Eruannon si riuniscono sotto la Grande Quercia per raccontare storie fantastiche e questa volta anche per festeggiare il Natale. Ma c’è una novità ….UN OSPITE INATTESO….
IL SUO NOME E’ JEK.

  Ciao a tutti, sono Jek  e vengo dal regno di Mercurio. Da tanto tempo desideravo rivedere la mia compagna di giochi Faith ed approfittando del Natale , eccomi qua. Faith mi ha raccontato delle vostre divertenti serate quindi ho pensato di unirmi a voi e raccontare la mia fiaba sul Natale. A dir la verità non è proprio una fiaba ma è qualcosa che mi è successa per davvero.
Ascoltate…



 Sono le nove del mattino del 25 Dicembre dello scorso anno, la luce del quarto sole con i suoi raggi penetranti, mi sta a poco a poco svegliando . Accanto a me c’è Terent, la mia amica , una tarantola da passeggio. Con il pelo arruffato e gli occhi blu oceano è molto carina, a farle compagnia  c’è il mio canarino da guardia . Il suo piumaggio viola lo fa sembrare un’esemplare femmina e solo dal suo carattere  puoi capire che si tratta di un maschio. Terent  mi punzecchia la mano , così decido di alzarmi dal mio morbido letto di lattice, mi vesto con la mia solita camicia di lino, e mi dirigo al bar per far colazione.
Phunk, così si chiama il bar, si trova all'incrocio della dodicesima nuvola. Inizio a salire le scale di cristallo , arrivato all’ ingresso , apro la porta e all’interno del locale si sente un leggero scricchiolio. Mi siedo al mio solito tavolo coperto da una elegantissima tovaglia in velluto, accarezzo il divano  ed ordino al cameriere un frappè alla vaniglia con scaglie di cioccolato e fragoline dell’ Amazzonia.
All’improvviso una pietra  rompe un vetro del locale e cade proprio sul tavolo dove sono seduto.





Mi accorgo che su di essa  c’è una  strana incisione , così decido di andare dal mio amico  Mark, che nel giro di pochi minuti mi traduce il messaggio……Ti prego, aiutami: questo il contenuto della  misteriosa incisione.


Senza dire una parola , saluto il mio amico e mi dirigo verso il mio laboratorio di pasticceria.
Chi mai poteva  voler il mio aiuto…..e perché proprio il giorno di Natale?.
Cerco di non pensarci più , apro il portone, attraverso il lungo corridoio di zucchero e cioccolato fondente e mi ritrovo nella stanza tortaiola dove mi attendono le ciliegine sciroppate e la ricotta zuccherata.






All’improvviso nella stanza madre, la stanza pasticcera, sento un rumore, entro in fretta e mi accorgo che nella cassaforte di burro rinforzato, il mio ricettario segreto è scomparso. A quel punto cado a terra, tramortito.
Passato qualche minuto, riprendo i sensi e senza alcun indugio mi metto alla ricerca del furfante. Chi mai sarà il ladro…e proprio il giorno di Natale doveva , capitarmi tutto ciò…..perchè!
A quel punto ripenso alla misteriosa incisione e vedo per terra , vicino la cassaforte il cappello di Babbo Natale..Si ,amici miei , avete capito bene : il ladro , nonché autore dell’ incisione, era proprio lui.
Adesso rimaneva da capire il perché di quel gesto nei miei confronti.
Così  preparo l’attrezzatura per il viaggio : corde di caramello, pistole spara-torte, radar cercapersone realizzato interamente con puro cioccolato extra fondente.
Arrivato in Lapponia , cerco la dimora di Babbo Natale, suono il campanello ed ecco mi apre il maestoso portone d’oro un piccolo omino che con voce sottile ,mi dice .-Ti stavamo aspettando, entra pure.-
Attraverso la stanza principale, dove gli aiutanti di Babbo Natale lavorano in modo frenetico ; ma  una cosa mi colpisce ….sono molto tristi.






Cerco di capire il perché di questa stranissima situazione. Così guardo fisso gli occhi di Babbo Natale e  vedo scorrere alcune immagini che mi colpiscono molto, infatti piansi.
Avevo capito perché il cuore di Babbo Natale era diventato di pietra e di conseguenza il perchè delle sue azioni: rubare agli uomini tutto ciò a cui tenevano molto.
Sapete  Babbo Natale ha sempre portato regali a tutti , ha esaudito migliaia di richieste, ma non ne ha mai ricevuto.
Solo a quel punto capisco che l’unica soluzione possibile è parlare con lui.
Caro Babbo Natale, il Natale non è solo regali, panettoni, e tavole imbandite, ma è soprattutto la gioia di stare insieme alle persone che ami davvero e passare con loro uno splendido giorno diverso da tutti gli altri.
Che stupido sono stato….-rispose Babbo Natale-mi vergogno di me stesso…..Sono ancora in tempo per rimediare? Certo –risposi.
La festa è appena cominciata…







Il caro Babbo Natale riprese il suo spirito natalizio, mi restituì il mio prezioso ricettario, preparò le renne, caricò i regali e partì.
Se pur con qualche ora di ritardo tutti ricevettero i  regali  e il Natale fu salvo. Dimenticavo , al mio ritorno in pasticcera trovai un sorpresa: un meraviglioso impastatore nuovo…….Grazie Babbo Natale…




Alla fine del racconto di Jek, la fata Ophelia disse- Che strano, anch’io ho sentito una storia simile, ma è avvenuta molto lontano dal tuo paese… precisamente a Sonabilandia …Chi sa perché Babbo Natale vuole mandarci questi messaggi …-.
-Su racconta –disse Jek incuriosito.
La fata Ophelia iniziò il suo racconto natalizio.
Ascoltate...



Era la mattina di Natale e a Sonabilandia, un paesino dove tutti sono sempre felici, non c'era buon umore e in giro non si vedeva neanche un sorriso; questo perché in tutte le case stranamente erano scomparsi i regali, l'albero di Natale ed il Presepe. Nessuno sapeva chi fosse stato, non c'erano neanche sospetti perché a Sonabilandia erano sempre tutti buoni e felici e lì abitava Babbo Natale...







Un ragazzino di 12 anni, Benjamin, molto incuriosito dall'accaduto, decise di indagare e scoprire la verità perché non faceva di certo bene tutta quella tristezza in giro.
Aiutato da due suoi amici della stessa età, Junior e Christian, Benjamin si procurò degli occhiali a raggi x in grado di vedere dentro le case e delle speciali tute per essere super-veloci. Costruì anche una macchina molto ingegnosa e utile che serviva a capire se le persone interrogate mentivano o dicevano la verità.
A poco a poco riuscirono ad interrogare gli abitanti di Sonabilandia; tutti dicevano di essere innocenti e di non aver visto nessuno e la macchina lo confermava, quindi le cose per Benjamin, Junior e Christian diventarono difficili. A questo punto passarono al piano-b: perlustrare tutta la città con gli occhiali a raggi x per vedere se gli oggetti scomparsi erano nascosti da qualche parte; niente da fare! Pure questa volta fallirono. Perlustrarono tutta la città, millimetro per millimetro, ma non trovarono un bel niente. Non rimaneva che Babbo Natale. A quel punto a Benjamin sorse un dubbio che fosse proprio  lui, Babbo Natale, il colpevole della mancanza di spirito natalizio in giro, e del furto dei regali, degli alberi di Natale e del Presepe. Junior e Christian, che non erano d'accordo con Benjamin perché per loro era impossibile che fosse stato Babbo Natale, gli diedero del pazzo e lo lasciarono solo.
Ma Benjamin non si diede per vinto e, pieno di coraggio e di buona volontà, si incamminò verso il villaggio di Babbo Natale.






Quando arrivò, vide le renne giù di morale, sembravano molto stanche e che fossero state  maltrattate durante la notte. Appena entrò nel villaggio osservò gli Elfi  molto tristi anche loro; Benjamin allora  capì che nel villaggio di Babbo Natale qualcosa non andava...
Entrò in una porta con la scritta dorata "Sala regali" e vide Babbo Natale che trattava da schiavi gli Elfi; anche loro avevano perso lo spirito natalizio. Babbo Natale, accortosi di Benjamin, disse: "E tu chi sei? Come osi entrare nel villaggio di Babbo Natale?!" Contemporaneamente dava ordini in maniera molto sgarbata agli Elfi, concludendo il tutto con una risata diabolica.
Benjamin, spaventatissimo, si fece coraggio ed iniziò a parlare con Babbo Natale: "Gli abitanti di Sonabilandia hanno perso lo spirito natalizio, le renne e pure i tuoi Elfi, sei diventato malvagio e non porti più pace e amore, che ti è successo Babbo Natale?!" Babbo Natale, si accorse di ciò che stava facendo ed iniziò a piangere; erano lacrime molto amare. Disse a Benjamin: "Caro figliolo, hai ragione, mi sono trasformato in un mostro, non so nemmeno io quello che sto facendo...Sono stato io a rubare i regali, l'albero di Natale e il Presepe, sono stato io a maltrattare gli Elfi e le renne, e mi pento di tutto questo. Non so cosa mi è preso; tutte le volte devo sempre donare qualcosa a tutti ma mai nessuno mi fa un regalo, mi sono arrabbiato ed ho esagerato, ho perso lo spirito natalizio e adesso non so cosa fare". Ma Benjamin col suo sguardo furbo gli disse che non tutto era perduto e che c'era ancora tempo per farsi perdonare.
Lui e Babbo Natale allora si misero all'opera: prepararono un carro e andarono in giro restituendo i regali alle famiglie, inclusi i biglietti con le scuse per l'accaduto.








Gli abitanti di Sonabilandia, commossi per il gesto di Babbo Natale, decisero di ricambiare e si presentarono a casa sua con migliaia di doni. Da quel giorno Babbo Natale capì cosa fosse veramente lo spirito natalizio e gli abitanti di Sonabilandia vissero sempre felici e in allegria, tutto grazie al giovane Benjamin...


Terminato il suo racconto, Ophelia disse:- Adesso ho capito cosa vuole dirci Babbo Natale....Non solo nel mondo degli umani i veri valori si stanno perdendo, ma anche in mondi diversi e lontani il male sta dilagando. Sta a noi combattere e difendere quel che rimane. Comunque adesso è Natale e non bisogna essere tristi.
Forza Ellett, raccontaci la tua storia natalizia-
La fata Ellett commossa per quel che aveva detto Ophelia, iniziò il suo racconto...






Tanti anni fa in un paese d'alta montagna vivevano due bambini, Angelo e Marco. Angelo viveva con entrambi i genitori in un lussuoso palazzo al centro della piazza del paese ed era molto ricco e felice.
 Poco fuori il paese, in una casa quasi del tutto diroccata, viveva con la nonna anziana, Marco. Questo, ancora piccolo aveva perso entrambi i genitori in un brutto incidente e perciò era andato a vivere con la nonna anziana e malata.




Per vivere Marco era costretto a svolgere piccoli ed umili lavori e per questo era povero e solo.

Nel periodo di Natale a casa di Angelo era tradizione addobbare l’albero di Natale con variopinte decorazioni ed illuminazioni; sotto l’albero decorato venivano poi riposti regali e dolci tipici.
Anche a casa di Marco era tradizione fare l’albero di Natale, ma a differenza di quello di Angelo il suo era fatto con rami secchi raccolti nel bosco, senza luci e con piccole decorazioni. Nell’albero di Marco niente regali e dolci.
Marco era contento del suo albero, ma ogni volta che passava dalla piazza del paese, vedeva dalla finestra del palazzo di Angelo il loro bellissimo albero decorato ed illuminato e si rattristava perché si sentiva ancora più solo ed infelice.




La notte di Natale, nella Chiesa del paese s’ incontrarono Marco ed Angelo. Marco gli raccontò la sua storia. Angelo vedendo la sua situazione,  gli disse:- Io ti posso aiutare. Conosco un Angelo custode che sa sistemare le cose molto brutte. Ci vediamo tra un’ora e ti spiegherò tutto. Non dimenticarti di portare una lucciola e un organetto.-
 Passata un’ora, Marco  tornò nella chiesetta e iniziò a suonare l’organetto. All’improvviso la lucciola che teneva sulla spalla cominciò a volare e nella chiesetta arrivarono moltissime lucciole che illuminarono l’altare.





Cosi apparve l’Angelo custode che gli disse: -Stanotte voglio farti un regalo. Guarda dietro le mie spalle.-

 Marco iniziò a piangere perché vide i suoi genitori.
Finalmente poteva parlare di nuovo con i suoi, raccontare la sua povera vita , le sue paure e i suoi sogni.
Non avrebbe mai potuto sperare in un regalo più bello.
Alle prime luci dell’alba Marco tornò a casa sua e trovò una bellissima sorpresa: un pupazzo di neve molto particolare.





Aveva sulla testa il cappello preferito del padre e la sciarpa rossa della madre.
Il giorno di Natale Marco e sua nonna pranzarono nella loro vecchia casa, ma con un ospite , il pupazzo di neve che stava fuori nel giardino e che stranamente non si scioglieva con il calore del focolare.
Finalmente Marco era di nuovo  un bambino felice; aveva la certezza che il suo futuro sarebbe stato radioso e pieno di favolose sorpresa.




 Si era fatto tardi, i raggi del nuovo sole stavano per illuminare il cielo di Petunia, ma Faith decise di raccontare anche lei un piccola storia. E così fece...



C’era una  volta una vecchietta  che viveva con i suoi nipotini in un paese di montagna. Adiacente alla loro casa, si trovava una piccola stalla con tante renne.





 Un giorno uno dei nipotini, mentre  raccoglieva un po’ di vischio ed alcune stelle di natale per il presepe, scomparve.
La nonna preoccupata andò a cercarlo con gli altri nipotini. Dopo un po’ , lo trovarono  spaventato e tremolante in una casa diroccata non lontano dalla loro. Così decisero di indagare, perché il bambino aveva riferito alla nonna di aver visto un tipo un po’ strano aggirarsi li intorno.
 La vecchietta prese una scopa e girò per la casa in cerca
dell’estraneo, ma non lo trovò quindi se ne ritornò a casa. Durante la notte questa strana creatura tentò di rubare le renne ma l’anziana signora, sentendo un rumore provenire dalla stalla , si alzò e con un pezzo di legno trovato per caso vicino l’entrata della stalla, lo colpì alla testa e lo fece svenire.






Poco dopo  si venne a sapere che “la creatura” era un elfo di Babbo Natale e che il suo compito era quello di  prendere in prestito una renna perché quella di Babbo Natale si era fatta male e non poteva portare i doni ai bambini. Così la vecchietta e i nipotini non solo diedero la renna ma aiutarono il vecchio Babbo Natale a portare i doni!!!!!!






DAL REGNO DI PETUNIA A TUTTI VOI
ESSERI UMANI

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